Descrizione
Nome scientifico: Juniperus communis.
Provenienza: area del Mediterraneo.
Caratteristiche botaniche: le bacche di ginepro sono il frutto del juniperus communis. Il ginepro è unarbusto ramoso sempreverde, che può raggiungere anche i 10 metri di altezza. Le sue foglie sono aghiformi e di un colore verde che punta sull’ argento. I fiori maschili sono riuniti in piccoli amenti di colore giallastro, mentre i fiori femminili sono generalmente isolati e di colore verdastro. Il frutto, a forma sferica, è di colore verde quando è ancora immaturo, mentre una volta raggiunta la maturazione, assume la tipica colorazione bluastra. Il ginepro appartiene alla famiglia delle Cupressaceae.
Varietà: oltre al Juniperus communis, ovvero al ginepro comune, esistono altre varietà di ginepro.
- Juniperus sabina, chiamato anche ginepro sabina è un arbusto cespuglioso che può raggiungere i 5 m di altezza, con corteccia bruno-rossiccia, foglie squamiformi o in alcuni casi aghiformi dal colore verde-cupo.
- Il Juniperus sabina è una pianta velenosa diffusa in luoghi soleggiati e scoscesi delle zone montane dove viene coltivata spesso per il consolidamento del terreno o come pianta da ornamento.
- Juniperus virginiana, noto anche col nome di cedro della Virginia è originario dell’America nord-orientale.
- Juniperus rigida, specie rustica originaria del Giappone e della Corea, usata per lo più come pianta ornamentale.
Storia: il nome deriva dal celtico “juneprus”, che significa “acre”, con evidentre riferimento al sapore dei suoi frutti, mentre l’aggettivo “communis” sta ad indicare la sua grande diffusione. Il ginepro lo troviamo in uso già presso i Romani e infatti Apicio lo elenca fra le spezie essenziali, in quanto considerato un valido sostituto del pepe. Catone, politico e scrittore vissuto romano tra il 234 a.C. e il 149 a.C., nella sua opera De re rustica, si sofferma a descrivere ampiamente le proprietà di questa pianta. Nelle credenze medievali popolari, il ginepro era consigliato, per via delle sue foglie pungenti, come rimedio per scacciare e difendersi dalle streghe. Inoltre vi era la consuetudine di alimentare il fuoco con rami di ginepro quando in casa c’era un malato, arrivando a distribuirne le foglie appena raccolte su piastre incandescenti del camino, in modo che i suoi effluvi aromatici e medicamentosi inondassero la stanza. Il famoso abate Kneipp, padre della moderna idroterapia, a fine ‘800 suggeriva addirittura di avvolgere il malato d’influenza in una coperta riscaldata con i vapori di una pentola in cui bollivano rami e bacche di ginepro. Il primo a descrivere e a classificare la specie così come la conosciamo oggi fu Carl von Linné, il padre della moderna classificazione biologica e scientifica degli organismi viventi.
Proprietà terapeutiche: il ginepro possiede numerose virtù, anche se la più importante è sicuramente quella di aumentare la diuresi. In qualità di antisettico, viene usato come disinfettante per le vie urinarie e respiratorie. Grazie alle sue proprietà antireumatiche, viene usato, sotto forma di olio essenziale, per i massaggi. Infine, può essere considerato un valido stimolante della digestione, un antifermentativo intestinale, un espettorante e un sedativo della tosse.
Usi ed impieghi: il ginepro viene utilizzato principalmente nell’affumicatura di salumi quali speck, prosciutto, carne fumada… Nella cucina trentina è molto spesso impiegato per insaporire piatti a base di patate e crauti. Ottimo con l’arrosto e gli stufati, il ginepro, inoltre, trova largo uso nella produzione di alcolici, tra cui il gin, ricavato dalla distillazione delle sue bacche. A causa delle sue numerose proprietà terapeutiche, il Ginepro può essere utilizzato nell’ambito fitoterapeutico, sottoforma di tisana, polvere, olio essenziale e tintura madre.
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